Crescono i lavoratori stranieri in
Italia, ma anche l’incidenza di quelli che un lavoro lo cercano e non lo
trovano. Con ritmi tali da far scattare l’allarme tra le stesse fila
dei tecnici del ministero del Lavoro, che nel Rapporto sull’immigrazione
parlano della disoccupazione tra gli stranieri come di un fenomeno che “assume caratteri decisamente allarmanti,
nella lunga fase di crisi”. Nel dettaglio, lo scorso anno in Italia
hanno avuto un lavoro 2 milioni e 334 mila immigrati. I cittadini
stranieri disoccupati sono stati 385mila. Rispetto al 2011 il numero è aumentato del 19,2% tra coloro che provengono da Paesi dell’Ue e del 25,4% per quelli extra-Ue.
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sabato 20 luglio 2013
mercoledì 16 gennaio 2013
I numeri del lavoro domestico
Femmina, 43 anni, 27 ore di lavoro a settimana per un totale
di 35 settimane dichiarate con una retribuzione annua di 6.411 € è
l’identikit del lavoratore domestico straniero.
Sebbene rispetto ad altri settori la crisi abbia colpito in maniera moderata il comparto del lavoro domestico, tuttavia si registra una diminuzione del -5,2% tra i lavoratori stranieri tra il 2010 e il 2011. Tale contrazione non sembra riguardare i lavoratori italiani, che registrano invece un aumento del 3,0%. Il lavoro domestico rimane comunque prevalentemente appannaggio della popolazione straniera, che copre l’80,3% della manodopera complessiva impiegato in questo settore.
L’identikit del lavoratore domestico. La popolazione dei lavoratori domestici è costituita prevalentemente da donne: le lavoratrici italiane hanno un’età media di 46 anni, mentre le straniere sono più giovani di 3 anni. Mediamente queste ultime lavorano più ore settimanali delle italiane: 27 ore a fronte di 19, ma dichiarano meno settimane: 35 per le straniere e 38 per le italiane. Le lavoratrici straniere ricevono una retribuzione media di 6.411 €, mentre le italiane percepiscono mediamente 5.153 € all’anno. Esiste poi una lieve differenza di reddito tra le lavoratrici comunitarie (1.057 €) e quelle extracomunitarie (1.102 €). Rispetto al 2010 la retribuzione delle donne straniere è aumentata del 10%. La maggioranza (60,2%)degli stranieri impiegati in questo settore provengono dall’Europa.
Quanti sono e quanto contribuiscono. I contribuenti stranieri risultano essere circa 770 mila, di cui il 60,9% è costituito da lavoratori provenienti dall’Europa dell’Est e il 17,6% dall’Asia orientale. I sud americani sono coloro che versano l’ammontare maggiore in termini di contributi (1.188 €) al contrario dei Nord Africani che invece non arrivano ai 1.000 € (855 €).
La distribuzione territoriale. Lombardia e Lazio raccolgono oltre un terzo dei lavoratori domestici presenti sul territorio nazionale, rispettivamente il 20,2% e il 17,2%. L’incidenza maggiore degli stranieri sul totale dei lavoratori domestici si riscontra in Lazio (88,1%), Emilia Romagna (87,8%) e Lombardia (87,5%). La Sardegna, in questo senso, si distingue per essere la regione in cui rimane prevalente l’impiego di lavoratori autoctoni in questo settore: gli stranieri rappresentano solo il 23,7% del totale dei lavoratori domestici. Roma, Milano e Torino si riconfermano le prime tre province per numero di lavoratori domestici: la capitale, con oltre 109 mila iscritti all’Inps raccoglie il 15,5% dei lavoratori domestici italiani, seguita da Milano (11,7%) e Torino (4,8%).
Fondazione Leone Moressa
Sebbene rispetto ad altri settori la crisi abbia colpito in maniera moderata il comparto del lavoro domestico, tuttavia si registra una diminuzione del -5,2% tra i lavoratori stranieri tra il 2010 e il 2011. Tale contrazione non sembra riguardare i lavoratori italiani, che registrano invece un aumento del 3,0%. Il lavoro domestico rimane comunque prevalentemente appannaggio della popolazione straniera, che copre l’80,3% della manodopera complessiva impiegato in questo settore.
L’identikit del lavoratore domestico. La popolazione dei lavoratori domestici è costituita prevalentemente da donne: le lavoratrici italiane hanno un’età media di 46 anni, mentre le straniere sono più giovani di 3 anni. Mediamente queste ultime lavorano più ore settimanali delle italiane: 27 ore a fronte di 19, ma dichiarano meno settimane: 35 per le straniere e 38 per le italiane. Le lavoratrici straniere ricevono una retribuzione media di 6.411 €, mentre le italiane percepiscono mediamente 5.153 € all’anno. Esiste poi una lieve differenza di reddito tra le lavoratrici comunitarie (1.057 €) e quelle extracomunitarie (1.102 €). Rispetto al 2010 la retribuzione delle donne straniere è aumentata del 10%. La maggioranza (60,2%)degli stranieri impiegati in questo settore provengono dall’Europa.
Quanti sono e quanto contribuiscono. I contribuenti stranieri risultano essere circa 770 mila, di cui il 60,9% è costituito da lavoratori provenienti dall’Europa dell’Est e il 17,6% dall’Asia orientale. I sud americani sono coloro che versano l’ammontare maggiore in termini di contributi (1.188 €) al contrario dei Nord Africani che invece non arrivano ai 1.000 € (855 €).
La distribuzione territoriale. Lombardia e Lazio raccolgono oltre un terzo dei lavoratori domestici presenti sul territorio nazionale, rispettivamente il 20,2% e il 17,2%. L’incidenza maggiore degli stranieri sul totale dei lavoratori domestici si riscontra in Lazio (88,1%), Emilia Romagna (87,8%) e Lombardia (87,5%). La Sardegna, in questo senso, si distingue per essere la regione in cui rimane prevalente l’impiego di lavoratori autoctoni in questo settore: gli stranieri rappresentano solo il 23,7% del totale dei lavoratori domestici. Roma, Milano e Torino si riconfermano le prime tre province per numero di lavoratori domestici: la capitale, con oltre 109 mila iscritti all’Inps raccoglie il 15,5% dei lavoratori domestici italiani, seguita da Milano (11,7%) e Torino (4,8%).
Fondazione Leone Moressa
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