lunedì 2 aprile 2012

Il 90% dei richiedenti asilo sono clandestini in Europa

E' necessario operare una drastica inversione di tendenza! 
Già con la campagna sud abbiamo denunciato la condizione di duemila schiavi della campagna, rifugiati irregolari perchè destinatari di un ingiusto diniego alla richiesta di protezione internazionale...è probabilmente la punta dell'iceberg!! 
Oggi le posizioni dei 2mila migranti sono al vaglio del governo italiano, grazie alla battaglia costruita negli ultimi due anni e alle numerose denuncie fatte dalla tante associazioni che hanno operato su territori come rosarno, foggia, castelvolturno.
 da repubblica.it
ROMA - Nel 2011 circa il 90% di tutti i richiedenti asilo sono arrivati irregolarmente in Europa. Molti di loro rischiando la vita in mare. Per questo è necessario permettere ai rifugiati di raggiungere in sicurezza il territorio Ue. Come? Un rapporto, realizzato dal Consiglio italiano per i rifugiati 2(Cir) assieme a Ong e istituti di ricerca di 10 Paesi europei, traccia le linee guida per aprire canali d'ingresso "protetti e regolari" ai richiedenti asilo: dalle evacuazioni umanitarie ai visti temporanei.

"Fermare le morti in mare". Secondo le stime di Fortress Europe 3, dal 1998 all'agosto 2011, 17.738 persone sono morte nel tentativo di raggiungere l'Europa. Solo nel corso del 2011, circa 2000 tra uomini, donne e bambini hanno perso la vita nello Stretto di Sicilia: il 5% di tutti coloro che hanno tentato di raggiungere l'Europa dalla Libia. Chi sono le persone che muoiono nel Mediterraneo? "Molti sono rifugiati - spiega il Cir - che non hanno altra alternativa che tentare il pericoloso viaggio del mare per ottenere la protezione di cui hanno bisogno. Bisogna infatti sapere che la possibilità di richiedere asilo nell'Unione europea dipende dalla presenza fisica della persona nel territorio di uno Stato membro. Ma le misure introdotte nell'ambito del regime dei visti e delle frontiere dell'Ue hanno reso praticamente impossibile per quasi tutti i richiedenti asilo e rifugiati raggiungere i territori dell'Ue in modo legale".

Visti di protezione e ingressi protetti. Il rapporto del Cir propone dunque che vengano introdotte misure per permettere alle persone bisognose di protezione internazionale di raggiungere i territori dell'Ue in modo sicuro. Tra queste, si raccomanda di introdurre la possibilità di emettere visti di protezione, che consentano di viaggiare per un massimo di tre mesi in ogni Stato Schengen e fare qui richiesta di asilo. E ancora: la Commissione europea dovrebbe proporre una direttiva sulle "procedure di ingresso protetto" da introdurre in tutti gli Stati membri. Tali procedure consentono al potenziale rifugiato di entrare in contatto con un Paese di accoglienza, presentando la richiesta di protezione internazionale presso le rappresentanze consolari all'estero.

L'appello del Cir. "L'Italia e l'Europa hanno l'obbligo, non solo morale, di dare protezione ai rifugiati  -  dichiara Christopher Hein, direttore del Consiglio Italiano per i Rifugiati  -  ma che significa protezione se le persone non riescono ad arrivare in Europa, se continuano a morire nei Paesi di origine, di transito o in mare? Delle soluzioni esistono, dalle evacuazioni umanitarie ai visti temporanei al reinsediamento, misure che possono evitare che le persone che sono in situazioni di pericolo si mettano su dei barconi rischiando la loro vita o che rimangano intrappolati in Paesi da cui non possono uscire".

Il Centro Astalli. Sulla stessa linea il centro Astalli: "Mentre in Italia attendiamo ancora una legge organica in materia di asilo - scrive Giovanni La Manna, presidente del Centro Astalli nel presentare il rapporto 2012 dell'associazione - l'Unione Europea è chiamata ad affrontare con coraggio le nuove sfide, come ad esempio l'eccessiva difficoltà e pericolosità dei viaggi con cui i rifugiati cercano di raggiungere l'Europa: immaginare la possibilità di chiedere protezione internazionale anche fuori dai confini potrebbe restituire concretezza a un diritto troppo spesso minato da respingimenti o tragici naufragi".
  (29 marzo 2012) 

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