venerdì 28 febbraio 2014

direttive europee


Il Consiglio dei Ministri ha recepito due direttive europee. Un decreto interviene su permessi di soggiorno ed esame delle domande per i flussi, l’altro ha misure dedicate alla repressione della tratta di esseri umani e alla protezione delle vittime
Roma – 28 febbraio 2014 – Dal Consiglio dei Ministri di oggi sono usciti non solo la lista dei sottosegretari o la norma salva-Roma, ma anche, tra le altre cose, la versione definitiva di due decreti legislativi che recepiscono altrettante direttive europee sull’immigrazione.


Un decreto recepisce la “direttiva 2011/98/UE relativa a una procedura unica di domanda per il rilascio di un permesso unico che consente ai cittadini di Paesi terzi di soggiornare e lavorare nel territorio di uno Stato membro e a un insieme comune di diritti per i lavoratori di Paesi terzi che soggiornano regolarmente in uno Stato membro”.




In realtà l’Italia è già abbastanza in linea con quella direttiva. La procedura che qui porta gli stranieri con i flussi termina infatti con il rilascio di un documento che è valido per soggiornare e per lavorare. Inoltre, c’è già una sostanziale parità di trattamento e di diritti tra lavoratori stranieri regolari e lavoratori italiani.


Lo schema di decreto presentato a dicembre dal governo Letta prevedeva comunque novità importanti come l’apposizione della dicitura “valido per lavorare” sui permessi che consentono di svolgere attività lavorativa e una nuovo procedura per le domande dei flussi d’ingresso, che verrebbero esaminate solo se ci sono ancora quote a disposizione. Poi c’era unallungamento dei termini di legge per rilasci e rinnovi dei permessi, che però non dovrebbe avere effetti pratici.


Bisognerà adesso attendere che decreto arrivi in Gazzetta Ufficialeper capire quali modifiche sono state davvero apportate al Testo Unico sull’Immigrazione. Tra queste ce ne potrebbero essere anche alcune suggerite dalle commissioni di Camera e Senato, chiamate ad esprimere dei pareri sullo schema di decreto.


Lo stesso discorso vale per l’altro decreto, che recepisce la “direttiva 2011/36/UE concernente la prevenzione e la repressione della tratta di esseri umani e la protezione delle vittime, e che sostituisce la decisione quadro 2002/629GAI”.


Palazzo Chigi, nel comunicato pubblicato dopo il Consiglio dei ministri di oggi, dice che le misure “repressive”, sono volte “al rafforzamento della tutela penalistica dei reati di riduzione e mantenimento in schiavitù o in servitù e di tratta di persone”.


Poi ci sono le misure “di protezione delle vittime”. Tra queste, il governo segnala “la previsione contenente una disciplina di particolare tutela per le vittime minori di età, la previsione di un diritto all’indennizzo per le vittime, l’individuazione del Dipartimento per le Pari opportunità quale organismo di indirizzo e di coordinamento degli interventi in materia, l’adozione di un piano nazionale di azione contro la tratta ed il grave sfruttamento di esseri umani”.










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