giovedì 30 gennaio 2014

Migranti, i diritti trovano domicilio a Roma: al via procedura pilota per i rinnovi dei pds

Finalmente rivista la prassi di accesso alla protezione internazionale


I diritti trovano domicilio a Roma. La cittadella di Tor Sapienza sarà un po’ più a misura di migrante e un po’ meno fortino ostile: niente più inutili e infinite code all’ Ufficio Immigrazione della Questura, mai più migranti respinti allo sportello senza la possibilità di avanzare richiesta di asilo, ma soprattutto stop ai burocratismi che impediscono il rinnovo del permesso di soggiorno per chi non è in grado di dichiarare una residenza formale. È un primo grande risultato quello ottenuto dalla Barca dei Diritti – la rete capitolina di associazioni, movimenti, organizzazioni e comunità migranti che opera per la tutela dei diritti dei cittadini stranieri – dopo le manifestazioni degli scorsi mesi e l’avvio di una serie di interlocuzioni e di sinergie istituzionali, in primis con il Comune di Roma.


Grazie al dialogo costruttivo, dal confronto tra i dirigenti dell’Ufficio immigrazione e i rappresentanti della rete – una mattinata densa di schermaglie verbali ma soprattutto di contenuti quella dello scorso 28 gennaio – sono stati appianati diversi spigoli che rendono la vita impossibile ai migranti che abitano Roma e le sue mille contraddizioni, e lottano per emergere dalla precarietà e dall’invisibilità. Un “nuovo corso” che si avvia all’insegna del buonsenso e dell’apertura, dell’autocritica e della reciproca assunzione di responsabilità.

Primo caso spinoso quello del domicilio, in relazione alla procedura relativa alla protezione internazionale. Una criticità che rende complessa la presentazione delle richieste d’asilo e dei rinnovi, e che spesso obbliga i migranti ai soliti escamotage all’italiana con tanto di “business del domicilio”. Una questione che assume gioco-forza una dimensione nazionale e necessità di un intervento a livello ministeriale per sanare l’evidente squilibrio dei flussi sul territorio nazionale: la Questura di Roma accoglie, infatti, un numero abnorme di richieste, e ciò poiché le altre questure si dimostrano oltremodo rigide nell’interpretazione e nell’applicazione della procedura, negando di fatto ai migranti dei diritti fondamentali. Convenendo sulla necessità di una “normalizzazione”, la Barca ha preso l’impegno di coinvolgere immediatamente il Viminale proponendo un tavolo urgente sulla questione, che affronti al contempo il tema del permesso di soggiorno europeo.

Nel frattempo, molto si può fare, e molto è stato fatto. In breve, grazie anche all’avallo del Comune di Roma (è in corso l’elaborazione di un protocollo specifico) il cartello di associazioni che fa capo alla Barca avrà la possibilità di “domiciliare” i richiedenti asilo (prime istanze e reiterate) presso le proprie strutture, assumendosi l’impegno di monitorare presenze e spostamenti e di contattare gli stranieri quando necessario, fungendo da riferimento per l’Ufficio immigrazione.
Della questione si è discusso anche nell’ottica dei servizi sociali: in tal senso, si è parecchio discusso della recente delibera del Comune di Torino che ha istituito le “residenze virtuali” per i migranti in emergenza abitativa. La Barca chiederà al consiglio capitolino di approvare una delibera analoga, introducendo (o meglio la reintroducendo) delle residenze virtuali nella Capitale (a breve si svolgerà un incontro con il Dipartimento Politiche sociali per affrontare l’argomento nel dettaglio). Una soluzione che assicurerebbe diritti: l’iscrizione anagrafica dà infatti accesso ai servizi erogati sul territorio, e snellisce il lavoro burocratico dell’Ufficio profughi, consentendo l’accesso a una residenza formale a chi vive una condizione di disagio.

Ancora più complesso il caso dei rinnovi dei pds per motivi umanitari. La proposta della Barca è quella di introdurre a livello nazionale di uno schema di autocertificazione di domicilio. In attesa del tavolo ministeriale, la Questura di Roma farà da apripista, imbastendo una procedura sperimentale che garantisca i migranti ma scongiuri il rischio concreto di “invasione” delle domande. Una decisione importante, che accoglie le istanze della Barca e lancia un segnale agli altri uffici: prendete nota e fate altrettanto.

All’incontro si è discusso anche della nuova procedura rinnovi che coinvolgerà i Caf: in primo luogo, s’attende la messa a regime di una piattaforma digitale che consentirà di prenotare via web; dunque, sarà istituita un’agenda elettronica che consentirà ai cittadini stranieri di prendere un appuntamento nelle varie questure attraverso i patronati. Niente più bivacchi e code all’alba, dunque.
Qualcosa di simile proverà a fare l’Ufficio di Tor Sapienza riguardo alle prime istanze: al momento, quando le richieste sono troppe, gli “aspiranti profughi” vengono di fatto respinti al cancello; per evitare l’andirivieni dei migranti, che tra l’altro rischiano nel frattempo di beccarsi un’espulsione solo per non aver potuto esprimere la volontà di avanzare richiesta di asilo, sarà rilasciato un cedolino e si proverà a scaglionare gli stranieri razionalizzando il flusso.
a.m.

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