lunedì 16 settembre 2013

Tutele ai migranti sfruttati, una campagna per la modifica delle normative

Una reale tutela per i migranti sfruttati nelle campagne e nei cantieri italiani. Per dare finalmente una risposta concreta alla richiesta di diritti e dignità delle migliaia di cittadini stranieri che lavorano sotto ricatto nel nostro Paese. E adeguare realmente l’ordinamento italiano allineando la normativa alla disciplina europea. Con questo spirito Action – diritti in movimento ha promosso, insieme a un cartello di associazioni, partiti, organizzazioni e movimenti attivi sul fronte dell’immigrazione, un percorso di modifica delle norme sullo sfruttamento, al fine di incentivare le tutele nei confronti dei migranti irregolari che denunciano la propria condizione, prevedendo il rilascio di un titolo di soggiorno.

Domani martedì 17 settembre alle 11.30 nella sala stampa della Camera dei Deputati le realtà che hanno condiviso il percorso presenteranno programmi e strategie per riscrivere le regole che disciplinano l’immigrazione in Italia, con l’annuncio di un testo di modifica del Dl 109/2012. Saranno presenti, tra gli altri Padre Giovanni La Manna (Centro Astalli), Giovanna Cavallo e Daouda Sanogo (Action – Diritti in movimento), Giovanni Paolo Mosca (Coordinamento immigrati e rifugiati Caserta), Salvatore Fachile (Associazione studi giuridici immigrazione), delegazioni dei lavoratori migranti provenienti da diverse zone del Paese (comunità sikh e africana del bracciantato centro-sud Italia) Marco Miccoli (parlamentare PD), Cesare Damiano (parlamentare PD e Presidente Commissione Lavoro Pubblico e Privato Camera dei Deputati), Ileana Piazzoni (parlamentare Sel), Titti Di Salvo (parlamentare Sel), Walter Rizzetto (parlamentare M5S e Vicepresidente della Comm.ne Lavoro Pubblico e Privato Camera dei Deputati), Marco Pacciotti (Responsabile forum immigrazione PD).



L’esigenza di assicurare la garanzia del diritto di permanenza regolare nel rispetto del progetto migratorio deve tornare a essere la priorità nelle politiche di accoglienza. Un’esigenza che emerge dalle condizioni di vita di migliaia di migranti nelle campagne del Centro Sud e nei cantieri di tutta la penisola, come dimostrano i monitoraggi e le verifiche svolti da diverse realtà nei luoghi di lavoro. Sfruttamento selvaggio, lavoro nero, caporalato e negazione di diritti sono la regola. Una caratteristica strutturale del “modello mediterraneo” di immigrazione.

L’introduzione se pur tardiva del Dl 109/2012 di recepimento della Direttiva europea 52/2009 sullo sfruttamento dei migranti ha alimentato la speranza di una definitiva rivoluzione dei rapporti di lavoro, con la previsione di tutele per gli stranieri privi di permesso di soggiorno che denunciano. Ma in sede di applicazione la normativa si è rivelata inefficace e di fatto inapplicata, per via di un’interpretazione restrittiva della Direttiva Ue in sede di recepimento.

Per tali motivi, nei mesi scorsi è stato avviato un proficuo confronto tra partiti, associazioni e organizzazioni attive sul fronte dell’immigrazione. Dal dibattito è emersa la necessità di giungere alla modifica del citato Dl 109/2012 per adeguare la legge allo spirito della normativa europea. Si è giunti così alla predisposizione: di una interrogazione parlamentare rivolta al Ministro della Giustizia per conoscere i dati riguardanti le procedure attivate ai sensi delle normative vigenti; di una proposta di un percorso partecipato di approfondimento al fine di elaborare progetti operativi ed eventuali modifiche legislative per rendere più efficaci i decreti contro lo sfruttamento dei lavoratori migranti.

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