lunedì 13 gennaio 2014

La protezione internazionale per chi si oppone al servizio militare

13 dicembre 2013 - Pubblicate le nuove linee guida da parte dell’Unhcr

Sono state pubblicate dall’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (Unhcr) le nuove linee guida sulla protezione internazionale richiesta da persone che cercano di evitare il reclutamento da parte di forze armate statali e non, un documento che si rivolge ai governi e a tutti quei soggetti che hanno a che fare con le procedure di riconoscimento dello status di protezione internazionale al fine di giungere a decisioni coerenti e uniformi rispetto ai singoli casi. 

Secondo l’Unhcr, essendo riconosciuto il diritto degli Stati all’auto difesa, non di per sé costituisce violazione dei diritti individuali la coscrizione nelle forze armate. Questa però non può essere un diritto assoluto e deve manifestarsi secondo determinati criteri: deve essere prescritta per legge, avvenire in maniera non arbitraria e discriminatoria e proporzionata alle esigenze militari. Viene inoltre riconosciuto come diritto individuale quello all’obiezione di coscienza, derivato dal diritto alla libertà di pensiero, di coscienza e di religione previsto dall’art. 18 della Dichiarazione universale dei diritti umani. Nel caso non venga permesso un servizio civile alternativo una persona dovrebbe essere considerata rifugiata se, rifiutandosi di prestare servizio militare o disertando, esiste la minaccia di pene che si configurano come persecuzioni, anche solo perché arbitrarie o sproporzionate. Nel caso esista un servizio civile alternativo questo non deve essere arbitrario, discriminatorio, di tipo punitivo o di una durata irragionevole rispetto al servizio militare. 

L’obiezione di coscienza è maggiormente giustificata se avviene contro il reclutamento in casi di conflitti che violano la normativa internazionale per quanto riguarda l’uso illegale della forza (quindi non ha fini di legittima difesa) oppure in conflitti dove si compiano atti o si usino mezzi in palese violazione delle regole base della condotta umana (ad esempio la tortura, l’uso di armi chimiche, la violenza indiscriminata contro i civili o i crimini di guerra in generale). 
L’Unhcr raccomanda di riconoscere la protezione internazionale in quei casi in cui lo Stato non sia in grado di proteggere la persona dal reclutamento forzato da parte di gruppi non statuali così come nei casi che coinvolgono il reclutamento di minori nel servizio militare. 

Le nuove linee guida vanno ad integrare l’"Handbook and Guidelines on Procedures and Criteria for Determining Refugee Status under the 1951 Convention and the 1967 Protocol Relating to the Status of Refugees". 






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